La copertina dai colori sgargianti e il posizionamento nello scaffale hanno fatto il loro lavoro – il mio sguardo è stato subito catturato da Atti di sottomissione di Megan Nolan (Enne Enne Editore - Milano - 2021)
L’ennesimo tormentone per adolescenti (e non) alla ricerca di porno letterario - ho pensato un attimo dopo, e sono passata ad altri titoli.
Probabilmente non lo avrei mai comprato se non mi fosse stato caldamente consigliato in una delle mie librerie preferite (Il Giralibri di Mestre).
Ammetto di averne divorati a bizzeffe, ai tempi in cui ero una ragazzina disinteressata nei confronti di qualsiasi cosa non riguardasse sesso, trucchi e strategie per perdere peso.
In questo momento mi torna alla memoria solo 100 colpi di spazzola prima di andare a dormire.
La mia mente deve aver operato una rimozione selettiva, perché non ricordo i titoli delle altri libri scritti da presunte ragazzine – brevi mémoire delle loro ancora brevissime vite, dedicate all’attuazione di parafilie di vario genere – che hanno scalato le vette delle classifiche dei più venduti.
A questi si sommano le opere delle non più ragazzine che si spacciano per tali, come i volumi della collana Le Ragazzine (Mondadori) – e quelle che nemmeno si spacciano per tali ma che sono rimaste sul tema – vedi Cinquanta sfumature di grigio. Quest’ultimo ha invaso le librerie quando ormai ero passata a altri generi e interessi, ragione per cui non l’ho letto e mi astengo da esprimere un giudizio.
Le Ragazzine non sono porno letterario – direte voi. E avete ragione.
Ma sono i preliminari.
Un po’ come R. L. Stine con la collana Piccoli Brividi ha formato i futuri lettori di Steven King, Le Ragazzine sono state un corso di formazione per quelle lettrici che un paio d’anni più tardi si sarebbero dedicate a letture non di maggiore spessore ma più osé.
Cosa rende allora Atti di sottomissione così diverso dai suoi predecessori?
Prima di tutto vorrei fare un appunto sulla scelta del titolo da parte della casa editrice Enne Enne, che pur avendo proposto una traduzione dell’opera di una sensibilità splendida, si è concessa con questo una buona dose di libertà, volgendo l’originale Acts of Desperation in Atti di sottomissione, corredando poi il tutto con una copertina molto più allusiva rispetto a quelle uscite negli altri paesi.
Non è da biasimarli, il fine giustifica i mezzi. Il sesso vende. E quello di Megan Noolan è un libro che merita di essere conosciuto.
Non che Megan Nolan non parli di sesso e di sottomissione. Lo fa, senza pudore né peli sulla lingua.
Ma, a differenza dei libri sopra nominati, per lei la sessualità degradante e masochista non è il tema principale né il fine ultimo, bensì conseguenza di una tematica più ampia: la profonda disperazione, apparentemente senza ragioni, di un’adolescente qualunque.
Partendo da un’esperienza di vita tanto comune nei pensieri intimi quanto estrema nelle loro conseguenze, Nolan ci regala un’analisi accurata della natura umana, che descrive con minuzia forense e un tono di voce al contempo lucido e carico di emotività:
“Ho capito che le debolezze negli altri sono intollerabili – perlomeno quando non li ami. […] Quando qualcuno ha bisogno di te, anche solo un poco ha bisogno di piacerti o essere amato da te – , vedere la sua debolezza è straniante e respingente. È brutto ma è vero. Non è giusto ma è così. Quando ami una persona queste cose non sono nulla, o sono anche amabili in sé e per sé. Ma quando non la ami, ti tormentano. L’umanità della persona è rivelata troppo presto, prima che tu riesca a perdonargliela con l’amore.”
Megan Nolan ci mostra molto di sé, in nome della letteratura si sacrifica completamente, si spoglia – nel corpo come nell’anima — senza ricorrere alla protezione di uno pseudonimo o di una narrazione in terza persona, e anche nelle interviste rilasciate conferma che sì, la protagonista del suo libro d’esordio è proprio lei.
Malgrado ciò, non cade nella trappola del vittimismo, non ci conduce alla scoperta del trauma alla base della sua disperazione. Non è interessata alla nostra approvazione, né a essere giustificata per il suo comportamento.
Ed è proprio attraverso questo atto, lo scrivere per il pubblico e l’incuria del giudizio altrui, che Nolan compie quello che forse si potrebbe definire un atto panico: guarda in faccia la propria paura e risolve il suo complesso masochista, differenziandosi così dalle Melissa P. & Co.
La traduzione Atti di sottomissione funzionerà anche bene come strategia di marketing, ma stravolge completamente il messaggio dell’opera, che si risolve nell’atto di riacquisizione della padronanza di sé da parte di Megan Nolan.
Acts of Desperation è un rifiuto personale di aderire a un ideale o a una categoria e di dover dimostrare qualcosa, ma è anche una sorta di manifesto post-femminista di una libertà radicale: la diserzione dall’obbligo di leva alla guerra di genere.